Secondo la Suprema Corte per il
riconoscimento dell'indennità di accompagnamento si richiede una situazione
tale da comportare l'impossibilità di deambulare o di compiere gli atti
fondamentali della vita.
L'indennità di accompagnamento
richiede, infatti, la contestuale presenza di una situazione di invalidità
totale, rilevante per la pensione di inabilità civile, e, alternativamente,
dell'impossibilità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore
oppure dell'incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita, con
necessità di assistenza continua.
Secondo i giudici di legittimità
questi requisiti, sono “diversi”, dalla semplice difficoltà di deambulazione o
di compimento di atti della vita quotidiana con difficoltà ma senza
impossibilità.
Nel caso trattato dalla Corte è stata
respinta la richiesta di indennità avanzata da una donna affetta da diabete
mellito che le aveva causato, tra l'altro, obesità, insufficienza statico
-dinamica e instabilità posturale con annesse molteplici cadute e conseguenti
fratture, atteso che il consulente tecnico aveva chiarito in maniera esaustiva
che le patologie riscontrate sulla donna non risultavano di entità tale da
comportare l'impossibilità di deambulare o di compiere gli atti fondamentali
della vita.